Quentin Tarantino è sicuramente uno dei registi che più hanno segnato la cinematografia degli ultimi 30 anni.
Sin dal suo debutto con il successo di critica “Le Iene” nel 1992, vero e proprio biglietto da visita dello stile di Tarantino, il regista statunitense ha inanellato una serie sempre crescente di pellicole diventate, nel tempo, non solo opere cult in quanto cinematograficamente eccezionali, ma veri e propri “vademecum” seguiti da altri registi successivi, i quali hanno preso grande ispirazione dalle opere di Tarantino.
I cinque film di Tarantino più amati
Sebbene la carriera di Quentin sia incredibilmente di successo e, fra le altre cose, non estremamente numerosa come quella di molti altri registi, sicuramente alcuni titoli sono stati apprezzati più di altri e persino rivalutati nel tempo.
Pulp Fiction
Sebbene non sia una classifica per ordine d’importanza, Pulp Fiction è sicuramente il primo da dover nominare.
Nel 1994, un cast eccezionale composto da una giovane Uma Thurman, un John Travolta alla ricerca della ribalta e un Samuel L. Jackson già pronto a bucare lo schermo, insieme a tante altre icone del cinema tuttora in attività, decisero di accettare l’incarico per la sceneggiatura di Tarantino e Roger Avary.
Un intreccio convulso di storie diverse, di tante realtà che Tarantino riesce a rimescolare tramite il suo tratto distintivo dell’analessi: riavvolgere la storia a prima di un determinato punto, per raccontarla nuovamente da un nuovo punto di vista.
Fra prolessi e analessi, quindi, Pulp Fiction rivoluziona il cinema indipendente e consacra la maggior parte del cast a divinità scolpite nei fotogrammi della pellicola probabilmente più iconica degli anni ’90 e sicuramente una delle più apprezzate del regista.
Le Iene
Con il debutto, Quentin Tarantino aveva già scritto la storia del cinema. Reservor Dogs, titolo originale del film, presenta tutti gli elementi caratteristici delle pellicole del regista: lo humor nero, la cronologia a pezzi, la violenza fisica, i richiami all’avantpop e quei dialoghi particolari, che rimangono dentro come monologhi simili ad assoli di chitarra.
Così la storia di Joe Cabot e Eddie “Il bello” si fa strada, con i vari personaggi a rendere il film un colpo al centro dietro l’altro e finendo per, a patto si abbia un po’ di stomaco per reggere alcune scene, far innamorare lo spettatore di un sottotono continuo, un qualcosa di difficilmente imitabile e mai uguale all’originale: lo stile di Tarantino.
Bastardi Senza Gloria
Pellicola più recente, Bastardi Senza Gloria, ispirato all’omonimo (negli USA) film del 1977 di Castellari, racconta con il metodo Tarantino la storia di una ragazza e otto soldati ebrei, dove figura anche Brad Pitt e l’allora sconosciuto Christoph Waltz, i quali sono reclutati come forza speciale per seminare panico fra i nazisti con uccisioni dei loro soldati cruente e sanguinose.
La pellicola fu un successo immenso ed ebbe otto candidature ai Premi Oscar del 2010, vincendo quella per Miglior Attore Non Protagonista, data appunto a Christoph Waltz. Fu, al tempo, la pellicola che fruttò al regista più soldi fino a quel momento, 313 milioni di dollari e tutti ben meritati: il film è un capolavoro e un must da vedere, specie se si apprezza il regista statunitense.
Kill Bill
Davvero poche parole bastano per spiegare Kill Bill: Uma Thurman interpreta il ruolo di una vendicatrice in tuta gialla e katana. Nel 2003 esce il Vol.1, poi il Vol.2 nel 2004 e, talmente è diventato iconico e talmente è amato e apprezzato come capolavoro cinematografico d’azione, che Tarantino sta tuttora preparando il Vol.3.
Oltre alle sequenze d’azione ormai diventate standard de facto per un tipo preciso di film violenti, Kill Bill pone l’asticella ad altezze difficilmente arrivabili, con colonne sonore memorabili e interpretazioni che consacrano definitivamente la Thurman a icona cinematografica, nel caso ne avesse ancora altro bisogno.
Jackie Brown
Chiude la lista una pellicola che, al tempo, non fu estremamente ben compresa. Con rimandi al cinema di Jack Hill, Jackie Brown si esprime in maniera quasi del tutto contraria al “percorso” di Tarantino, spezzando in maniera marcata con i suoi successi fino a quel momento.
Sono serviti molti anni per rivalutare questa perla della Blaxploitation, il cui termine altro non è che un modo per dire “sfruttamento dei neri”, un genere cinematografico molto in voga negli anni settanta e apprezzati soprattutto dal pubblico afroamericano.
Un film imperdibile, da vedere con il giusto occhio critico.
Difficile trovare la pellicola “migliore” di Tarantino, in quanto i gusti sono gusti e soprattutto è un po’ come scegliere fra il top del top.
Nonostante la difficoltà, tuttavia, potrebbe essere una buona idea quella di guardare (o riguardare) ogni titolo e passare notti intere a riflettere su quale possa essere definito il “migliore”. Questa classifica dopotutto è solo quella dei “più amati”.